Perchè è tempo di Open Innovation

L’Open Innovation è il processo attraverso il quale un’azienda cerca innovazione dall’esterno e si contrappone alla tradizionale Ricerca e Sviluppo, dove il processo creativo è interamente gestito all’interno.

L’Open Innovation e’ un concetto noto da tempo; già nel 2006 Don Tapscott e Anthony D. Williams nel saggio Wikinomics avevano dato risalto a questo fenomeno sottolineando, come la nascita delle prime piattaforme digitali, avrebbe dato impulso alla collaborazione di massa e di conseguenza spinto le aziende ad integrare i proprio processi creativi con input esterni.

Non c’è dubbio che di recente l’Open Innovation sia diventato un fenomeno molto di moda.

La prima volta che ho parlato di Open Innovation con un cliente era il 2007. Dovevamo avviare un importante processo trasformativo, e tra le varie ipotesi che stavamo valutando, c’era anche quella di aprire il nostro funnel di innovazione ad attori esterni. D’altronde c’erano già delle prime esperienze di successo: l’open source nel software era una prassi consolidata, Procter & Gamble aveva avviato con successo il programma Connect & Develop ed infine si consolidavano le prime piattaforme di crowd innovation come ad esempio Innocentive.

I tempi per fare Open Innovation sembravano maturi ed anche le tecnologie già disponibili (ad esempio quella su cui era stata costruita Wikipedia) avrebbero consentito una gestione efficiente dell’intero processo, tracciando i contributi dei singoli e gestendo adeguatamente la validazione delle proposte.

Alla fine abbiamo optato per un approccio standard mediante focus group con qualche cliente e diverse interviste molto strutturate con selezionate persone di Rete. Infatti, quando abbiamo valutato l’iniziativa in dettaglio, calcolandone costi e benefici, ci siamo accorti che sarebbe stata insostenibile dal punto di vista economico in quanto:

  • i costi per acquisire idee e suggerimenti erano molto elevati;
  • avremmo dovuto fare ulteriori investimenti per validare sul campo le proposte ricevute;
  • il rischio che le iniziative selezionate, una volta lanciate sul mercato sarebbero state obsolete, era alto.

Insomma il risultato della mia prima esperienza di Open Innovation per una grande azienda è stato: non ne vale la pena.

Oggi il contesto di mercato è profondamente cambiato: le nuove tecnologie digitali si sviluppano in modo esponenziale, diventando accessibili a costi estremamente contenuti; si avverte un rinnovato spirito imprenditoriale nelle nuove generazioni, sempre più orientate a fare impresa per soddisfare il loro spirito di indipendenza; infine, si affermano nuovi paradigmi economici (come ad esempio la sharing economy) che, non essendo stati ancora interiorizzati dalle aziende tradizionali, lasciano ampi margini di sperimentazione ai nuovi entranti.

Un azienda tradizionale che vuole rimanere al passo con i tempi, non può non pensare all’Open Innovation come leva chiave per sostenere il proprio vantaggio competitivo. D’altronde, lo spettro delle nuove tecnologie ed il loro impatto su modelli di business ed operativi è talmente vasto che ritenere di poter presidiare tutto da soli è da folli. Inoltre, la velocità con cui oggi si afferma l’innovazione è tale che la semplice strategia d’attesa non paga, anzi in diversi casi rischia di rivelarsi l’anticamera del declino.

I tempi per avviare programmi strutturati di Open Innovation sono maturi: i costi per trovare buone idee all’esterno si sono abbassati notevolmente;  la qualità delle proposte è molto cresciuta grazie a metodologie snelle per la validazione di mercato; infine esistono piattaforme che agevolano l’incontro tra domanda ed offerta di innovazione che consentono di distribuire gli oneri dello scouting su più attori.

Le aziende più evolute si sono già attrezzate, avviando propri programmi di Open Innovation o partecipando in modo attivo a piattaforme aperte; il ventaglio delle opportunità è molto ampio si tratta solo di scegliere quella più opportuna coerentemente con obiettivi strategici e mezzi a disposizione.

Io ho la fortuna di lavorare nell’intersezione tra aziende e startup da tanti anni e tocco con mano, giorno per giorno, che la contaminazione tra questi due mondi può creare valore ad entrambe le parti; quindi ? Viva l’Open Innovation.

 

 

 

 

2 thoughts on “Perchè è tempo di Open Innovation

  1. Le aziende devono mettere in attoinnovazioni se vogliono continuare a competere nel proprio settore e devono adeguarsi alla velocità di trasformazione delle “regole del gioco”. Danilo, sempre avanti a tutti ad intercettare i trend e i cambiamenti del business, ci dimostra che non possiamo non esserci. L’open innovation non è più innovativa ma la via normale da seguire.

    1. Grazie Carlo, detto da te vale doppio 🙂 visto che anche tu lavori nell’intersezione tra Startup ed Aziende tradizionali avrai sicuramente toccato con mano quante opportunità di possono cogliere grazie alla collaborazione.

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